Come anticipato nella parte introduttiva, la Tardioli Alfredo S.r.l. si occupa della commercializzazione, lavorazione e trattamento di rifiuti costituiti da metalli ferrosi e non ferrosi.
In fase di acquisto del materiale ferroso e non ferroso, considerato che molto spesso si tratta di metallo “compattato” o che trae origine da demolizioni industriali o dalla raccolta differenziata, capita sovente che buona parte di tale materiale sia composto da componenti "non metalliche" (ad esempio plastica, legno, gomma, terra, ecc.) che in alcune circostanze arrivano a compromettere la purezza del metallo per c.a. il 25%. Ciò significa che, nei casi più critici, su 100 tonnellate di rottami ferrosi, c.a. 25 tonnellate non sono rottami ferrosi ma altri materiali non metallici. Tale materiale, seppur alterato, viene comunque destinato alla vendita in Acciaieria la quale, in considerazione della scarsa qualità del materiale conferito, applica delle quotazioni economiche molto peggiorative rispetto ad altri conferimenti di materiale puro.
Tale circostanza genera una doppia inefficienza economica per l’azienda in quanto la stessa:
a. non è in grado di massimizzare l’efficienza economica del processo produttivo, in quanto il metallo ferroso presente nella partita venduta all’Acciaieria, se correttamente separato, sarebbe stato venduto ad un prezzo più alto;
b. neutralizza ogni beneficio economico che avrebbe ottenuto dalla vendita del materiale non metallico. A tal proposito infatti, come noto, ci sono molti materiali come la plastica, il legno, ecc. i quali, se opportunamente separati e trattati, possono essere reimmessi nel processo produttivo per un potenziale riutilizzo (o venduti a soggetti con impianti in grado di garantirne un secondo impiego).
Inoltre tale circostanza genera evidenti criticità anche a livello ambientale. A tal proposito, infatti, la fusione da parte dell’Acciaieria di materiale non perfettamente puro può dar luogo ad emissioni di diossine per la presenza di plastiche, oli, varie sostanze chimiche e PCB presenti nei componenti elettrici vecchi.
Alla luce delle criticità sopra rappresentate, l’azienda ormai da tempo sta pensando di investire risorse economiche per la realizzazione di un mulino frantumatore/trituratore in grado di gestire adeguatamente ed ottimizzare le fasi di lavorazione.
I frantumatori/trituratori sono frequentemente utilizzati nel settore in cui opera l’azienda, ma purtroppo gli stessi non lavorano sfruttando al massimo l’efficienza economica ed ambientale. A tal proposito infatti, mentre con un complesso sistema di calamite posizionato nella sezione di uscita del macchinario è quasi sempre possibile selezionare accuratamente la componente ferrosa del materiale frantumato rispetto alla parte non ferrosa, quest’ultima è di difficile selezione, pertanto la stessa molto frequentemente viene destinata in discarica senza subire ulteriori trattamenti, con un ingente dispendio di costi in capo al soggetto che esegue la lavorazione (i costi di smaltimento di tale materiale sono generalmente molto alti).
Le criticità in termini di efficienza risiedono nel fatto che tale materiale destinato in discarica ha ancora al suo interno alcune componenti metalliche che sarebbero astrattamente commercializzabili e che purtroppo non vengono cernite dalle attuali tecnologie. Oltre a ciò, analizzando la composizione fisico/chimica della componente non metallica di tale materiale, è possibile concludere che lo stesso, piuttosto che esser destinato in discarica, potrebbe essere riutilizzato nella produzione energetica (ad esempio biomasse, CSS, ecc.) o potrebbe esser recuperato nel ciclo produttivo (ad esempio vetro, plastica, inerti, ecc.).
L’obiettivo dell’azienda è quello di elaborare una soluzione progettuale in grado di risolvere tale ultima criticità, sviluppando un sistema di trattamento dei rottami in grado di abbattere, quasi integralmente, la razione di materiale destinato alla dismissione in discarica.
L’obiettivo dell’azienda è quello di strutturare un processo produttivo in grado di selezionare e rielaborare il materiale di scarto della triturazione, magari ottenendo, tra i tanti, dei prodotti in grado di implementare la valorizzazione del CSS (combustibile solido secondario), della frazione organica e degli inerti destinati al recupero. In sostanza il materiale di scarto dovrà passare da “agente inquinante” destinato alla discarica, a vera e propria “risorsa economica”, assumendo un forte riscatto economico ed ambientale.
La realizzazione di tale progetto potrà avere delle rilevanti conseguenze per l’azienda sia di tipo economico (aumento efficienza produttiva tramite la valorizzazione economica di tutti i materiali prodotti; abbattimento dei costi per il conferimento in discarica; apertura di nuove opportunità di business) ed ambientale (riduzione/abbattimento del materiale destinato in discarica; risparmio delle materie prime naturali grazie al riciclo dei materiali con conseguente riduzione delle emissioni totali in atmosfera; riduzione delle diossine prodotte in sede di fusione nelle Acciaierie per la lavorazione di materiale ferroso pulito).
In sostanza l’obiettivo principale è quello di sfruttare internamente il potenziale economico/energetico dello scarto derivante dalla triturazione, riconvertendo l’onerosità di un processo di smaltimento in discarica in una vera e propria opportunità di business.